Galatina: la cappella di San Paolo e il mito del Tarantismo

Galatina: la cappella di San Paolo e il mito del Tarantismo

Staff Corte del Salento Staff Corte del Salento 11 Aprile 2016 Salento & Dintorni

Fu una delle prime città d’Italia a dotarsi di strade lastricate in pietra viva, ancora oggi rimaste quasi intatte, che danno la sensazione che il tempo in questa cittadina si fosse fermato.

Tanti i monumenti storici da poter visitare, come il Palazzo Ducale, risalente al XVI secolo, le famose porte di accesso alla città, il Sedile databile al XV-XVIII secolo e molti altri.

La Cappella di San Paolo e il mito del Tarantismo

Tra le numerose Chiese che troviamo a Galatina, merita una certa attenzione la Chiesa di Pietro e Paolo, santi patroni della città, situata a pochi passi dal centro. La Chiesa è stata completamente restaurata, ma è ancora un’importante testimonianza artistica e storica di notevole spessore.

Nelle adiacenze della Chiesa, si trova la Cappella di San Paolo, piccola e semplice architettura legata al famoso mito del Tarantismo. La leggenda vuole che gli Apostoli Pietro e Paolo, durante il loro viaggio in giro per il mondo, si fermarono a Galatina e furono ospitati da un pio galatinese nella propria dimora, che sorgeva dove oggi si trova la Cappella.

Per ringraziarlo della cortese ospitalità, San Paolo conferì all’uomo e ai suoi discendenti il potere di guarire tutti coloro che fossero stati morsi dai ragni velenosi, definiti in dialetto “tarante”. Semplicemente bevendo l’acqua del pozzo, posto all’interno della casa e facendo il segno della croce sulla ferita, si poteva sconfiggere questa brutale malattia.

Proprio alla figura di San Paolo e a questa leggenda è legata la festa tenuta il 29 giugno. In antichità, in questa data si procedeva ad eseguire un rito esorcistico che coinvolgeva tutti coloro che erano in forte stato delirante (giovani donne e nubili, per lo più), in seguito al morso della Taranta.

Il rito iniziava nella abitazione delle malcapitate che, generalmente, erano accerchiate da musicisti provvisti di tamburelli, violini, armoniche e organetti. Al ritmo incalzante di questi suoni (i brani di “Pizzica-Pizzica” o “Pizzica-Tarantata”), le donne si lasciavano andare in un ballo frenetico e convulso, caratterizzato da veri e propri spasmi. La tappa finale dell’esorcismo, invece, avveniva proprio nella Cappella di San Paolo, dove si invocava, con canzoni e preghiere, la grazia del Santo. Si racconta che, solo dopo aver bevuto l’acqua miracolosa e aver vomitato nel pozzo, la grazia si poteva ritenere ottenuta.

Oggi il mito del tarantismo è tornato in auge nelle vesti di danza popolare, protagonista indiscussa nel Salento di feste apposite, che si caratterizzano da piazze gremite di gente che balla, in uno scenario di allegria e tradizione.

La Cappella di San Paolo è una delle mete predilette da chi ha la fortuna di visitare il Salento e la cittadina di Galatina: un connubio perfetto tra arte, mare, cultura e miti.