I segreti dell’entroterra: scopri la città messapica di Vereto

I segreti dell’entroterra: scopri la città messapica di Vereto

Staff Corte del Salento Staff Corte del Salento 24 Aprile 2020 Salento & Dintorni

Nel primo millennio a.C. una tribù di origine illirica si stanziò su quel tratto di costa che affaccia sul Mar Mediterraneo e che oggi chiamiamo Puglia. Questa popolazione erano i Messapi e, tra le loro roccaforti, merita una menzione particolare la città di Vereto, nei pressi di Patù. Della città parla anche Erodoto (il famoso storico dell’antica Grecia), chiamandola Hyrie e definendola come la città madre della Iapigia.

Situata in una posizione strategica in cima ad un altipiano, a circa 140 metri sul livello del mare, Vereto dominava tutta la vallata e poteva controllare una grande parte di territorio.

Durante il suo periodo più florido, ovvero durante l’età ellenistica, era difesa da massicce mura costruite con blocchi dalla forma regolare (secondo le tecniche in uso tra i Messapi) che la proteggevano da incursioni nemiche. Una piccola parte di questo grande sistema difensivo è ancora visibile oggi.

La lunga storia di Vereto, antica roccaforte messapica

Dalle tracce archeologiche che sono state ritrovate nel territorio si può dire con certezza che i primi insediamenti a Vereto risalgono addirittura all’età del Ferro. Lo dimostrano i frammenti di ceramica qui ritrovati e i resti di capanne che dimostrano la stanzialità della popolazione che qui decise di fermarsi. Nella zona sono state inoltre ritrovate alcune iscrizioni funerarie (incise su pilastri in calcare) in lingua messapica.

La città, dopo la fase ellenistica, divenne municipium salentino sotto la dominazione dei Romani.

Una testimonianza di questo importante passato è ancora visibile nella chiesa di S. Giovanni Battista a Patù. Qui è conservato un antico cippo romano, risalente al I-II secolo d.C, noto come base dei Fadii. Questo cippo riporta un’iscrizione latina, una dedica post mortem a Marco Fadio e alla sua famiglia, ma cosa più importante viene citata Vereto e la città viene definita come decurionato, dimostrandone quindi l’importanza anche in epoca romana.

Vereto e il suo porto: San Gregorio

Il punto di approdo per giungere alla città di Vereto era il porto di San Gregorio, una baia molto riparata che proteggeva le navi dalla furia dei venti, e molto ricca di sorgenti d’acqua. I resti di questo antico porto sono molti e sono visibili ancora oggi.

Qui si trovano, oltre ad una scalinata messapica, anche le fondamenta di un antico pozzo utilizzato probabilmente per rifornire di acqua fresca le navi che da lì salpavano. Alcuni resti sono visibili anche in mare, a pochi metri di profondità si trovano infatti camminamenti e banchine che permettevano ai navigatori di raggiungere l’approdo, anche se la maggior parte dei reperti archeologici qui rinvenuti sono oggi conservati (anche per proteggerli dalle conseguenze del tempo) nel Museo Provinciale di Lecce.

Una visita all’area archeologica di Vereto

Oggi su quello che può essere considerato il centro dell’antico abitato di Vereto, proprio in cima alla collina, sorge una piccola chiesa, ovvero la chiesetta della Madonna di Vereto. Ma il territorio controllato da questa città, che divenne nel tempo nota anche per i suoi commerci con la Grecia e con la Magna Grecia, era molto più ampio e oggi, infatti, bisogna parlare di un vasto comprensorio posto sotto il dominio diretto e indiretto di Vereto.

Per raggiungere la città bisogna seguire la Strada Provinciale 192 – Patù/ S. Gregorio e, successivamente, prestare attenzione ai cartelli turistici che indicano l’area archeologica. Il sentiero che percorre l’area è sterrato e non facilissimo da percorrere, a causa soprattutto della ricca vegetazione che può talvolta rendere difficile il cammino. Il percorso tocca la Cappella dedicata alla Madonna (la visita non è possibile a causa dello stato precario della sua struttura), i resti di un’antica chiesa paleocristiana e, infine, i basamenti della cinta muraria messapica. Dalla collina si può, inoltre, godere di una straordinaria vista sulla vallata sottostante e sui paesi di Montesardo e di Santa Maria di Leuca (di cui si vede anche il famoso faro).

La fine di Vereto non è molto lieta. La città venne infatti rasa al suolo dall’arrivo dei Saraceni e le testimonianze del suo glorioso passato vennero quasi tutte quante cancellate. Ma dalle sue rovine nacque la moderna cittadina di Patù che oggi cerca di valorizzare la sua ricca storia antica.