Pittule salentine: delizie per il palato in diverse varianti

Pittule salentine: delizie per il palato in diverse varianti

Staff Corte del Salento Staff Corte del Salento 8 Maggio 2020 Salento & Dintorni

Le pittule salentine sono state per anni il piatto tradizionale della provincia di Lecce alla vigilia di festività importanti, una su tutte il Natale. In origine, le pittule venivano preparate a partire dall’8 dicembre, giorno in cui si celebra l’Immacolata. Si sono poi diffuse anche in altri giorni dell’anno, tra cui San Martino (11 novembre). Oggi, invece, i bocconi croccanti di pasta fritta vengono preparati in qualsiasi periodo dell’anno e non possono mancare nelle numerose sagre gastronomiche che si tengono in estate nel Tacco d’Italia.

Le pittule salentine sono perfette per antipasti e aperitivi. Non mancano, tuttavia, serate di festa tra amici e parenti in cui si organizzano delle vere e proprie “pittulate”, in cui queste frittelle di pasta lievitata diventano le protagoniste assolute e si gustano calde in vari gusti, magari accompagnate dal ritmo della pizzica in sottofondo.

La fantasia e sfiziose materie prime non mancano in Salento, ed ecco perché ne esistono numerose varianti, tutte gustosissime. A seguire la ricetta originale delle pittule nella versione base (personalizzabile con ingredienti a piacere).

La ricetta tradizionale delle pittule salentine

Gli ingredienti per l’impasto delle pittule salentine sono pochi e semplici da reperire al supermercato:

  • 500 grammi di farina di grano
  • sale
  • zucchero
  • 1/2 panetto di lievito di birra
  • olio per la frittura (olio di arachidi o olio di oliva)
  • 400 ml di acqua a temperatura ambiente

Per prima cosa occorre prendere il panetto di lievito di birra e scioglierlo in acqua, aiutandosi con lo zucchero (va bene anche un cucchiaino). Si tratta di un passaggio importante, perché grazie all’utilizzo dello zucchero la lievitazione avverrà più in fretta. Mentre si lascia a riposo per alcuni minuti il mezzo panetto di lievito di birra, iniziare a setacciare i 500 grammi di farina di grano in una ciotola, ricordando di aggiungere il sale.

Il passaggio seguente consiste nel mescolare alla farina un po’ di acqua per volta e il lievito di birra lasciato a riposare in precedenza. È importante aggiungere l’acqua poco per volta, senza smettere di mescolare. A questo punto bisogna iniziare a lavorare l’impasto, facendo sì che assorba anche l’aria. Ci si può accorgere che è pronto quando sulla superficie iniziano a comparire delle piccole bollicine. Una volta che le bollicine compaiono sulla superficie, è necessario lasciar riposare l’impasto in un ambiente caldo, in modo che si compia il processo di lievitazione, al termine del quale il panetto raddoppierà il suo volume.

Quando l’impasto è lievitato arriva il momento della frittura. Per prima cosa prendere una pentola in metallo (va bene qualsiasi casseruola) e versare un po’ di olio per friggere, facendolo riscaldare per alcuni minuti. Per quanto riguarda la tipologia di olio, il migliore per friggere è l’olio di arachidi. In alternativa, si può comunque usare anche il comune olio di oliva. Nel frattempo, con l’impasto iniziare a fare delle piccole palline per poi metterle sulla pentola per la frittura. Sono sufficienti pochi minuti perché siano pronte. Terminato di friggerle, riporle su una carta assorbente così da rimuovere l’olio in eccesso. Ottime servite calde.

Un’altra specialità fritta del Salento è il calzone, una mezzaluna di pasta ripiena principalmente con pomodoro e mozzarella. Scopri di più qui.

Varianti delle pittule salentine

Come accennavamo sopra, le pittule salentine si prestano perfettamente a mille personalizzazioni. La creatività di cuochi e massaie, unita alla disponibilità di ottimi prodotti genuini, ha fatto sì che nascessero diverse varianti. Scopriamole insieme!

Una delle varianti più diffuse è rappresentata dalle pittule alla pizzaiola: il ripieno è composto da pomodoro a cubetti, olive nere e verdi, capperi sott’aceto e origano. Un altro ripieno molto gettonato è quello con le verdure, su tutte i peperoni e i broccoli.

Ci sono poi altre varianti, come ad esempio con la borragine, una pianta che in cucina viene usata spesso e volentieri per la preparazione di minestroni, frittate e ravioli. In Salento, invece, si è soliti impiegare la borragine con le pittule salentine durante il periodo natalizio. Più ancora della borragine, a Natale le pittule sono servite con dentro il ripieno di baccalà lessato. In genere, il tipico antipasto salentino viene preparato con il baccalà in occasione della Vigilia e per la notte di Capodanno.

Un’altra variante squisita delle pittule salentine è quella con le rape ‘nfucate, utilizzate nella tradizione salentina come condimento per focacce, pizze rustiche e panini. In virtù della presenza del peperoncino, le rape ‘nfucate si sposano alla perfezione con il sapore amarognolo della verdura stessa. Per preparare le rape ‘nfucate bastano due soli ingredienti: peperoncino piccante e cime di rapa.

Infine, le pittule salentine possono trasformarsi anche in perfetti dolci se al posto di verdure e baccalà vengono preparate con cioccolato o zucchero, oppure con il ripieno di crema o marmellata.

Insomma, ce ne sono davvero per tutti i gusti: non ti resta che programmare una vacanza in Salento e assaggiarle!